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Egli sollevò gli occhi, ancora alquanto incerto.
— Se tu vorrai venire, col bambino, partiremo assieme.
— E non si era d’intesa così? — disse lei sdegnata.
— Va bene. Allora, ascoltami, Ornella: tu verrai con me e sarai quello che vorrai essere. Il bambino, però, bada che io lo considero come figlio mio. Una volta laggiù sistemerò le cose; lo battezzeremo e lo legittimeremo. Ed egli dovrà crescere nella certezza di essere realmente mio figlio. Io lavorerò ancora, per voi: me ne sento la forza. Un’altra cosa: bisogna partire di qui di nascosto, per evitare la curiosità della gente. Prenderemo il treno alla prossima stazione. Va bene?
— Va bene, — rispose lei: e non parlarono più.
Il maestro decise di non partecipare la fuga sua e di Ornella ai contadini: essi lo avrebbero giudicato ingrato; ma chi vuole che un suo segreto si tenga deve cominciare a tenerselo da sè.
Le circostanze d’altronde parevano favorirlo misteriosamente. Il nuovo custode, accompagnato da un messo della Pretura che il maestro già conosceva, arrivò una sera che i contadini erano fuori di casa.
Tutto era pronto per la partenza, e fatta la