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mi ha raccomandato: ma la ragazza ha cominciato a sbadigliare e fare smorfie. Dice: ho fame, altro che, con questo succhione che mi beve il sangue. E tanto ha detto e fatto che le diedi pane con dentro una fetta di lardo.
— Speriamo che non succeda nulla, — disse il maestro allarmato; e andò su coi biscotti, credendo di ottenere da Ornella una pronta riconoscenza. Ella s’era seduta sul lettuccio, e sbadigliava in modo da doversi stringere le guancie con la mano aperta. Disse, ricevendo i biscotti:
— Questi saranno buoni per il bambino; io ho voglia di pasta e fagiuoli.
Questa fame, che il maestro cercò di soddisfare alla meglio, con cibi meno grossolani di quelli desiderati da Ornella, produsse i suoi effetti. Al quarto giorno ella si alzò, si pettinò, gridando per il dolore, tanto erano imbrogliati i suoi capelli, poi scese nella stanza e riprese le redini dell’andamento domestico: ogni tanto però tendeva l’orecchio e poiché credeva di sentire un passo noto balzava su nel