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Ritornò in treno portando un pacco di biscotti per Ornella.
Gesuino era lì ancora e scopava davanti alla casa.
— La concolina? — domandò il maestro.
— Eh, l’ho rotta, — disse il contadino, ma i suoi occhi sprizzavano una luce maliziosa. Infatti la concolina era lì dentro, in bella mostra sopra la tavola, intatta e pulita come venisse appena dal negozio: e il maestro le girò curioso intorno, quasi dubitando di una mistificazione; poi si mise a ridere infantilmente.
— E va bene, — esclamò, levandosi il cappotto con sveltezza giovanile: — non è venuto nessuno?
— È venuta solo quell’accidente della levatrice: e per poco non mi bastonava perchè non c’era l’acqua calda pronta. Ma è brava, veh; in due minuti ha fatto tutto.
— Hai dato qualche cosa a Ornella?
Gesuino esitò a rispondere: ma era un uomo scrupoloso e non amava dire bugie.
— Volevo darle una tazza di brodo, come lei