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— Un momento prima egli aveva mangiato il mio pane e bevuto il mio vino: e se ne andava senza neppure darmi uno sguardo di compassione. Ma è giusto che tutto sia così, — pensò tornando su da Ornella

La trovò rossa e agitata, con gli occhi spauriti.

— Che le ha detto? — ella domandò con voce forte e diffidente.

— Nulla mi ha detto.

— No, no, le so io le sue intenzioni: vuole ammazzare il bambino.

— Tu sei pazza, Ornella; che ti salta in mente?

— È così, le dico; vedrà. E ieri notte non voleva ammazzarmi? E con me la creatura? E la prima volta?

— Zitta, non agitarti, non pensare a nulla. Ti farai andar via il latte.

Ma Ornella non sentiva ragione, spaurita come l’uccello che ha veduto passare il nibbio.

— Vedrà, vedrà. Lui voleva portarmi via per far poi sparire la creatura. E così farà ancora, se....

— Se?

— Se non si fugge. È per questo, anche, che io volevo andar via col Bianchi. Quello è mille volte migliore di questo assassino qui.

— Ornella! — disse il maestro, avvilito e addolorato. — Non dir male parole: adesso tuo figlio ti sente.

Ella guardò il bambino, come se davvero egli