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paura di deporre o di rompere: e il finestrino rotondo azzurro come un grande occhio con in mezzo la pupilla del sole.
Quando si accorse del contadino, il maestro gli accennò con la testa di andarsene, per non disturbare il sonno di Ornella: poi sollevò il lembo del cappotto. Aveva continuamente paura di soffocare il bambino: d’altronde non poteva deporlo sul lettuccio troppo stretto della madre, e giù non voleva portarlo.
Ma aspettando che tornasse la levatrice, e ormai sicuro che giù Proto provvederebbe alle faccende di casa, si abbandonò ai suoi pensieri.
La levatrice s’era presa l’incarico di denunziare al sindaco la nascita del bambino, e anche su questo punto egli era tranquillo. Nel fagotto di Ornella, poi, aveva ritrovato abbastanza denari per provvedere alle spese più urgenti. L’unico suo desiderio era che non tornasse Antonio; eppure la sua assenza, dopo tutte le smargiassate della sera prima, lo colpiva al cuore. Ma che importava? Tutto è per volontà di