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Subito Ornella si alzò e con l’andatura fiacca della belva minacciata dal domatore si diresse verso la scaletta.

Il maestro tornò anche lui a sedersi presso il camino, col viso rivolto al fuoco. Non voleva più guardare Antonio: sentiva che oramai davvero tutto era finito. Il problema della sua coscienza s’era sciolto come si scioglievano i tizzi nel camino: in fuoco e cenere. E quasi gli veniva da ridere di sè stesso, pensando a tutto il suo lungo inutile patire: ma era un desiderio di riso amaro, poichè in fondo il dolore lo premeva più di prima.

Mentre su nel soppalco si sentiva Ornella muoversi cambiandosi il vestito e raccogliendo la sua roba, Antonio si rimise anche lui il cappotto e si riavvicinò al camino. Disse con voce turbata:

— Lei mi scuserà se sono stato duro. Ma è necessario. Bisogna che le dica, — aggiunse sottovoce, piegandosi sul maestro, — che è stata anche Marga a impormi questo, per liberare lei da una situazione ridicola e penosa.

Deledda. La fuga in Egitto. 17