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Allora egli perdette davvero la pazienza: afferrò l’omero di lei come un sasso che volesse scagliare lontano e la squassò tutta: la tela le scivolò di grembo e nel silenzio tragico si udì una forcina cadutale dai capelli tintinnire sul pavimento.

Il maestro si alzò, appoggiandosi con la mano alla sedia come quando si disponeva a richiamare all’ordine gli alunni indisciplinati della sua scuola; ma la compostezza e la rigidezza volute gli scapparono da tutte le parti col tremito nervoso che cominciò ad agitarlo quando vide che Ornella resisteva alla violenza di Antonio e questi le sferrava un pugno in mezzo alle spalle.

Allora si avanzò, fino a loro, e prese l’uomo per il braccio. Antonio si volse di scatto, con sorpresa, come si fosse completamente dimenticato di lui, e arrossì di rabbia.

— Lei si levi di mezzo, — disse respingendolo non senza energia. — Abbastanza s’è ficcato nei fatti nostri. Alzati, — ripetè rivolgendosi a Ornella: — alzati, o non rispondo più di me.

E poichè lei non obbediva trasse di tasca stringendola nel pugno come una chiave una piccola rivoltella.