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fondo istinto di vendetta volle anche lui offendere Antonio.

— Adesso capisco il movente dei tuoi passi: altro che dignità: è gelosia.

E forse lo era, perchè Antonio non si scompose: solo osservò:

— Ah, non è dignità! E se un giorno il parricida viene preso, e probabilmente la sua compagna con lui, e nel dibattimento, che ancora è stato rinviato, appunto perchè si ricerca sempre il Bianchi e si spera di acciuffarlo, e il nostro nome e tutta questa ridicola storia nostra vengono accennati, le pare una cosa bella?

— Scusami, — disse il maestro; — ma come hai saputo tu la faccenda?

— Questo non importa: le cose si sanno.

— Ma sei certo poi che sia vero?

Allora Antonio si volse anche lui con la sedia come fosse su una sedia girevole, e additò Ornella con un gesto sdegnoso.

— Lo domandi a lei se è vero o no.

Così parve cominciare il dibattimento di Ornella.

— Ornella, disse il maestro, — tu, è vero, hai ricevuto una lettera raccomandata, ma dicevi che era di un tuo cugino. Che rispondi adesso alle affermazioni di Antonio?

— La lettera che ho ricevuto io era proprio di mio cugino, — rispose lei; e continuava a cu-