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due fossette nelle guancie e gli circondò gli occhi di rughe, eppure lo ringiovanì e fece bello: ma che tosto si spense: e fu come s’egli si fosse levato per un’attimo la sua maschera tragica per mostrare il suo vero viso di adolescente.

— Se vi piace qualche oggetto qui, — disse allora il maestro, — pigliatelo pure.

Il giovine si guardò intorno come per scegliere davvero l’oggetto; i suoi occhi si fermarono di nuovo su Ornella, di nuovo il sorriso apparve e scomparve.

— Mi porto via questa ragazza, col suo bagaglio e tutto.

Ma lei abbassò ancor di più la testa, punta mortalmente da quelle ultime parole: e anche il maestro non rispose allo scherzo; piuttosto insistè:

— Se vi occorre qualche cosa ditelo pure: almeno un po’ di pane e di prosciutto per il viaggio. Ornella....

Ornella si sollevò pronta; il giovine si alzò anche lui, tirando su il suo zaino: stette un momento in silenzio, poi disse:

— Grazie, non mi occorre nulla. Solo, se mi permette, le dò un bacio.

E poichè il maestro metteva fuori la testa dal lenzuolo, egli si piegò e lo baciò sulla fronte umida di sudore. Poi Ornella aprì la porta ed egli se ne andò.