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— È questo, — dice Proto, lievemente preoccupato, — le piace troppo andare in giro e fermarsi con gli uomini. Ma è una malattia comune a tutte le donne e la si fa passare. Solo....

Qui c’è una pausa grigia, nel cui silenzio il battito dell’orologio pare il grido del cuculo in un deserto: l’uomo non prosegue, il maestro non l’interroga; entrambi avvertono un senso di pericolo.

Finalmente Proto, che di solito quando parla fissa gli occhi negli occhi del suo interlocutore, abbassa lo sguardo e dice:

— La ragazza è ancora in relazione con la persona che lei sa, e bisognerebbe che lei s’interponesse perchè tutto finisca.

Il maestro non batte palpebra, e ricorda il gioco di Ola quando essa gli si buttava sull’omero e gli diceva: — vediamo a chi tiene più gli occhi aperti, — investendogli il viso col soffio della sua bocca ridente. E quel ricordo lo sostiene ancora una volta nel momento del pericolo.