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Ornella si fermò davanti a un cancello di ferro verniciato di rosso vivo, depose per terra le valigie e aprì.
Il maestro e Ola venivano piano, chiacchierando, lei col viso in aria, lui a testa bassa per sentire meglio; e non si accorgevano di altro; tanto che egli sollevò gli occhi e guardò un poco trasognato la donna e il cancello che gli sembrò dovesse scottare. E forse per contrasto con questo rosso di fuoco, e col rosso dorato di melagrana della villa che si vedeva in fondo al viale d’ingresso, il giardino ove entrarono gli parve piantato sul letto asciutto di un fiume: in realtà il terreno era bianco e sabbioso, e gli alberi pallidi, argentei, avevano come un riflesso d’acqua.
In questo sfondo chiaro, il violetto dei giaggioli e il rosso delle rose spiccavano esasperati con tinte di porcellana.
Due grandi terrazze a colonnine si sporgevano sulla facciata della villa, e sotto quella del primo piano un piccolo portico, col pavimento