Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 122 — |
più del dottore, ma il sorriso spettrale di Marga, che lasciava vedere i denti come in un teschio di giovane donna, lo scoraggiò subito.
Anche da quella parte lì non c’era niente da fare, con le parole; tornò tuttavia a sperare quando lei disse:
— Ma io non ci ho niente allo spirito. E voglio, sì, seguire i consigli del dottore. Se si andasse al suo paese, babbo? Da tanto lo desidero.
— Perchè non lo hai desiderato prima? Adesso è tardi. Ho venduto la casa e non saprei dove andare.
— Non importa, babbo, — disse lei, subito di nuovo rassegnata. — Andrò dove Antonio mi conduce. Lei, babbo, non verrebbe con noi? Così Antonio resterebbe poi sempre a badare qui la casa con Ornella, fino al nostro ritorno.
Il maestro la guardò: ella teneva le palpebre abbassate, come per sfuggirgli, ed egli ebbe desiderio di sollevarle con le sue dita, quelle palpebre grevi come le pietre dei sepolcri, e di gridare in modo che tutti lo sentissero:
— Alzati, donna, e cammina.
— Marga, — disse con durezza, — io non verrò con voi: io andrò via presto di qui.
— Perchè? Perchè?
Fra i due piccoli gridi sinceri e accorati di lei vi fu un breve spazio di silenzio durante