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Sul tardi andò a passeggio con Ola: la compagnia di lei, però, anzichè sollevare affinava la sua pena: il suo pensiero correva sempre a casa, dove gli pareva di aver lasciato Antonio gravemente malato.

Ola lo tirava verso il paese, dove c’era gente e rumore, lui invece andava verso i viali solitari dove il passo moriva sul folto dell’erba e il cielo aveva di nuovo per i suoi occhi il riflesso della solitudine mortale che gli vuotava il cuore.

Ola si annoiava: si piegò due o tre volte a cogliere fiorellini e ad osservare qualche insetto, ma non richiamava più il nonno coi suoi stridi di meraviglia, anche lei raccolta in un suo pensiero segreto. Una volta si attardò tanto che lui, andato avanti, si volse a richiamarla. Lei non risponde, non si muove, disobbediente e taciturna, finchè lui non torna indietro e minaccia di darle uno scappellotto.

Ed ecco che sono diventati nemici. Meglio così, pensa lui con durezza, tanto un giorno o l’altro ci dobbiamo lasciare.