Pagina:Deledda - La fuga in Egitto, 1926.djvu/118


— 112 —


Antonio non parve colpito; anzi il sorriso istintivamente fatuo e beffardo del conquistatore di donne gli sollevò il labbro superiore: e aspettò che il maestro continuasse. Il maestro non continuava: aveva veduto quel sorriso e sentiva l’inutilità del suo combattimento.

— Quella maledetta ragazza, — proruppe infine Antonio, d’improvviso sdegnato, — ha lasciato la porta aperta forse apposta. Per questo, per questo! — ripetè, togliendosi e rimettendosi con rabbia il cappello.

— E tu perchè non l’hai chiusa? Forse era meglio. Sì, meglio ignorare il male che combatterlo inutilmente.

— Ma lei, — disse cinicamente Antonio, — crede che la ragazza sia alle prime armi? E chi è l’uomo che non profitta delle occasioni? Chi è senza peccato scagli la prima pietra.

E il maestro si sentì davvero come percosso dalla pietra che lui stesso tentava di scagliare: ma non si fermò.

— Tu non devi peccare in casa tua, in casa di tua figlia: nè qui nè altrove, del resto: il peccato è sempre lo stesso, ovunque si commetta. E non devi far soffrire tua moglie, che forse sa tutto e tutto compatisce per la bambina. Può darsi che io non sia in grado di scagliare la prima pietra, ma appunto per questo ti dico che certe cose si pagano, un giorno o l’altro, e a caro prezzo.