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un po’ sdegnata per quel cipiglio involontariamente fiero di lui.

— Lei ha ragione. Mia nipote è una buona ragazza, semplice, quasi ancora bambina. Ancora non conosce la vita e quindi agisce guidata, appunto come i bambini, dalla fantasia e dal desiderio del meraviglioso. O almeno così ha fatto fino a ieri. Ieri però qualche cosa è accaduto nella sua coscienza, che si è aperta d’un tratto come un fiore; ed io sono qui, incaricata da lei di una rivelazione che non so quali conseguenze debba portare. Quali esse siano, ad ogni modo io sono qui pronta ad accettarle per tutti. Devo dunque dirle che mia nipote è di famiglia umile. Il padre, cugino del mio, era un semplice e povero muratore, ed è morto appunto in seguito alla caduta da una fabbrica. L’ho assistito io nella sua straziante agonia, e l’ho fatto morire tranquillamente promettendogli di tenere con me e considerare come mia figlia la sua bambina orfana.

L’uomo, a sua volta, aspettò ch’ella proseguisse: e poichè lei non proseguiva, uno