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ho aperto io. Egli domandò; è lei la signorina Maria Baldi? Io risposi di sì. E non mi chiamo anch’io Maria Baldi? Maria Baldi mi chiamo, sì, come tu ti chiami. Ed egli mi ha scambiato per te: e ancora crede che sia io la Maria Baldi ricca e non sa che invece sono semplicemente la tua beneficata.

L’altra spalanca gli occhi per ascoltare meglio: finalmente ride, ma contro sua volontà, come solleticata.

— Ma cos’è quell’uomo? Un idiota?

— Oh, tutt’altro, — dice la voce di pianto.

— Ma, scusami, è così imbecille da non prendere informazioni, da sbagliarsi così?

— È così, zia, è così: perchè dovrebbe prendere informazioni, se io stessa gli faccio credere quello che lui crede? Sono io che gli dico di essere Maria Baldi la padrona e non Maria Baldi la serva. Non ridere, zia, non ridere: mi fai male.

— Maria!

— Sì, sì, non protestare e non offenderti. Che cosa sono io se non la tua serva? Che