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— Zia? Zia?
— Eh, che c’è? Non sono morta, no!
— Ti ho chiamata due volte: che hai?
— Ma niente: adesso verrò; dimmi prima perchè hai fatto così tardi.
E poichè dall’accento fermo di queste parole intende che è giunto il momento, da lei aspettato, di dire tutta la verità, l’altra si abbatte per terra, come uno che non ne può più.
— È tempo di dirtelo, sì, dove sono stata. È tempo, — singhiozza, premendo la mano sulla fronte per fermarvi le idee. — Sono stata ad un appuntamento con lui, con quell’uomo. Ed egli insiste nella sua proposta di sposarci, e vuole parlare con te. È necessario.
— Ma veramente è proprio necessario? perchè?
L’altra si piega di più, quasi per raggomitolarsi non per istinto di difesa ma per farsi tale che la zia, saputa la verità, possa scansarla e buttarla lontana col piede.
— Ascoltami. Ti ho detto che un giorno egli venne per cercare di te, per il terreno: