Pagina:Deledda - La danza della collana, 1924.djvu/64


— 54 —

questa tenebra che mi avvolgeva, fu l’aprirsi del cielo dopo la notte. Ho provato, e lei se n’è accorta, la stessa gioia dello sperduto in una foresta nell’incontrare il suo simile che può rimetterlo nella buona via. Sì, certo, tutto questo è già amore, ma non ancora passione, quella passione che brucia e purifica e costringe a ricominciare la vita. Ma dipende da lei che lo diventi.

— Come devo fare? — ella domandò giungendo le mani sul grembo e scuotendo la testa sempre china.

Egli si volse a guardare nel viale: e poichè il tempo si finiva di corrompere e torme di nuvole bigie e feline come tigri s’avanzavano di corsa dall’orizzonte, vide che il giardino s’era fatto deserto: solo in lontananza figurine rosse e spregiudicate di bimbi volteggiavano coi petali dei fiori strappati da un primo soffio di vento. Allora si rivolse e insinuò la mano intorno alla vita della donna, palpando la stoffa rasata del vestito quasi fosse la nuda pelle di lei; ed ella trasalì nel profondo delle viscere, e quando egli supplicò: