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E tutta la cerimonia prese un colore nuziale, quando l’organo e un canto corale di monache riempirono l’atmosfera del mormorio e del tremolare arboreo di una foresta alla luna.
Le pareti s’aprono; intorno è l’immensità dell’infinito. Suono e canto scendono dall’alto, da un’altezza nascosta, che a volte sembra lontanissima, a volte ondulante appena sopra la testa dei fedeli.
L’uomo chiude gli occhi come vinto dal sonno: or gli pare di esser uscito dalla foresta e di staccarsi dalla terra: e viaggia in mare, come Tristano malato, verso un paese sconosciuto dove la sua vita deve ricominciare e rinnovarsi dalle radici.