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da preparare il cibo a me, per sostenere più che il mio corpo l’anima mia, quando non avresti più la speranza del mio avvenire, e la gioia, la trepidazione e anche la paura di aspettarmi? Che sarebbe la tua vita senza quest’attesa e la certezza del mio ritorno?

Madre.

Una madre aspetta sempre il ritorno dei figli.

Figlia.

Ma tu non saresti più la stessa per me, e ben diversa sarà la tua attesa da quella che adesso è l’aria stessa dei tuoi giorni. Non senti che già qualche cosa ci separa, e questa discussione medesima è angoscia, è ombra che non se ne andrà via presto? Non senti che questo Straniero starà lì per molto tempo, in mezzo a noi, e finirà col portarti via? E la verità sola, in tutto questo, è che io ho bisogno di te, mamma, ma quale sei stata fino adesso, perchè il fiore della mia vita si apra tutto, in quest’atmosfera vergine. Non senti ch’io ho paura, se tu accetti, di diminuirmi, di piegarmi anch’io, di camminare anch’io a destra nelle fila dell’innumerevole gregge umano?