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le doveva sollevare tutto il braccio, senza forse arrivarci.

Pareva che solo persone di altissima statura fossero ammesse ad entrare nella villa: ed invero tutto era alto, nella facciata rigida scrostata dal rosicchìo del vento marino: alti i piani, le finestre, le loggie, i cornicioni; ma era una grandiosità che se poteva interessare non intimidiva, povera e impotente come quella dei vecchi signori decaduti.

E la donna sentiva di essere davanti a un quadro al quale si era data la vernice per sollevarne la povertà essenziale e il colore opaco: il cuore e l’istinto non la ingannavano: dietro quella porta imbellettata c’era una miseria da aiutare, un dolore che si nascondeva quasi pauroso, come un animale malato.

Ma lo stesso contrasto fra l’ombra che si rifugiava dietro quelle finestre chiuse, scolorite e solcate di fessure, e la grande luce di fuori, la teneva sospesa su quei gradini come sulla cima di una montagna, al cader della sera, quando i pericoli della