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Il portoncino chiuso della villa, rifugiato sopra tre scalini di pietra e protetto dalla loggia del piano superiore, le ricordò quello di casa sua: verniciato di recente rifletteva anch’esso il verde e l’azzurro intorno, e nelle borchie d’ottone ella vide il suo viso così grottescamente deformato, largo e ridanciano, che ne ebbe quasi un senso di allegria.

Ma anche lei, come un giorno l’uomo alla sua porta, non potè suonare subito. Le pareva che quel portoncino rimesso a nuovo per ingannare gli occhi del visitatore e nascondergli lo stato di vecchiaia e la decadenza della villa, la irridesse con le sue borchie ghignanti, e anche con l’altezza del bottone del campanello, per premere il qua-