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lucente spruzzava la cenere della sigaretta: e, non sapeva perchè, l’altra provava ogni volta a quest’atto un senso di angoscia.

E quando vide che alla prima seguiva una seconda sigaretta suonò ancora e fece portare il tè. Quando la serva fu di nuovo andata via, la giovine buttò la sigaretta e parve scuotersi da un sogno.

— Tu dunque dovresti venire, — riprese, animata e, parve all’altra, anche un po’ crudele; — ti ripeto che tutto è possibile e tu non devi aver paura di andare incontro al destino. Rispondi: voglio che tu mi risponda.

E l’altra rispose, ma con l’accento rassegnato di chi si è imposto pazienza.

— Tu fantastichi. Del resto, sì, verrò, se la mia presenza è necessaria; però fammi il piacere di smetterla con tutto il resto.

— Se la tua presenza sarà necessaria! La tua presenza è sempre necessaria, per me: se tu mi manchi, se tu ci manchi, forse la luce si spegne.

Allora la donna ebbe un impeto di sdegno vertiginoso.