Pagina:Deledda - La danza della collana, 1924.djvu/160


— 150 —

della ruggine nelle vene. Ho continuato a vivere nell’agiatezza come nella miseria, con un peso indefinibile sul cuore, rimpiangendo il tempo triste del passato. Soffrire, ma almeno credere! E il mio disamore si è esteso su tutto, questo è il guaio. Ho avuto anche proposte di matrimonio, qualche uomo ha tentato di avvicinarsi a me: ho sempre respinto tutti, certa che si cercava la mia roba e non la mia anima.

— Ultimamente, — riprese, riabbassando la voce con un fosco accento di tristezza, — un’avventura strana mi ha convinto che la vita è un gioco. Un uomo è venuto a chiedere la mia mano di sposa. È stato qui, in questo stesso salotto.... Mi sembra di vederlo ancora. Era bello, giovine, intelligente; e sopratutto aveva quel non so che di avventuroso che piace a noi donne. È l’uomo sognato nell’adolescenza, che non incontreremo mai perchè non esiste che nella nostra fantasia. Ebbene, egli è lì, davanti a me, venuto da un paese lontano, venuto apposta per cercare di me, di Maria Baldi; solo che Maria Baldi non sono io, è un’altra,