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chini con le perle, come ad una sposa. E lei morì il giorno dopo. Io credo sia morta di gioia.

«La seppellimmo nel piccolo camposanto fiorito di neve, con la pelliccia e gli orecchini; ed io volli stare ancora per quell’inverno lassù per non lasciarla sola.

«In primavera raggiunsi giù il babbo: e in pochi anni si diventò ricchi.

«La ricchezza non ci portò la felicità: mio padre è morto presto, con la preoccupazione di lasciarmi sola e con la sua opera incompiuta. Per sorvegliare e far terminare la costruzione di uno stabile d’affitto di nostra proprietà, io feci venire dal paese un mio cugino anche lui muratore, anche lui vedovo con una bambina. Un giorno egli cadde dalla fabbrica: bisogna dire che beveva, e forse la disgrazia non avveniva senza di questo. Ad ogni modo l’ho assistito fino alla morte, come una sorella, e ho preso con me la bambina, l’ho fatta studiare, anzi, si può dire, abbiamo studiato assieme. L’ho collocata bene. Adesso lei è felice, ed io sono di nuovo sola; sola ma tranquilla.