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tratta, signorina, e lei mi intende, che io ho una grande simpatia per lei e sono felice di poterle finalmente esprimere il mio sentimento.
Tacque, passandosi il fazzoletto sulla fronte come per asciugarne un sudore di fatica: ella s’era fatta seria e rigida; non sapeva perchè, ma una tristezza quasi tragica le oscurava l’anima, come se non lei stessa ma qualcuno che la teneva in suo potere la costringesse a forzare la sua sorte con l’ascoltare e acconsentire alle parole del suo pretendente. Ed egli si rabbuiava al riflesso della serietà di lei.
— Signorina, — riprese, ricadendo nell’incertezza di prima, — non mi giudichi male e non mi creda troppo semplice o strambo se procedo in questo modo. Un altro avrebbe agito in modo diverso; si sarebbe fatto raccomandare a lei, cercando di conoscerla meglio e farsi conoscere prima di dichiararsi. Io sono un uomo alla buona, e non so fare cerimonie: giudico e mi lascio giudicare per simpatia: sono anche un po’ fatalista; mi lascio guidare dal destino