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piangere e pregare. Il Regolo, già assai prepotente e cattivo nei tempi sereni, nel vedere il figlio malato diventò quasi feroce. Maltrattava i soldati e i servi, bestemmiava e s’infuriava per ogni cosa. Solo la madre pareva cupamente rassegnata: diceva: io lo sapevo; fatta la casa entra la morte.
Chiamarono i più famosi dottori, ma nessuno di loro seppe definire il male del ragazzo, mentre il poveretto si consumava lentamente, aveva sempre la febbre e non accettava cibo.
Fu chiamato anche un medico della città di Cana, vicino a Gerusalemme, ed egli, mentre se ne andava, disse al padre:
— Mi dispiace, ma il male del giovinetto è uno di quelli dai quali non ci si salva. Neppure il Rabbi, coi suoi pretesi miracoli, potrebbe guarirlo.
Eppure come un arcobaleno brillò tra le nuvole che opprimevano il cuore del Capitano. Il Rabbi, così veniva chiamato Gesù, in quei giorni, andava predicando per le contrade della Palestina. Egli, il Regolo, era incaricato di sorvegliarlo e con lui i suoi seguaci, ma, come si è detto, non ne faceva gran conto, anzi lo credeva un esaltato, quasi un pazzo. Ma poiché in quei giorni egli aveva consultato, per la malattia del figlio, anche