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e ti mettevi al sole, il male se ne andava da sé.

— Forse voi avete ragione: ma io non potevo più respirare; non potevo più lavorare.

— Lavorare! Che forse tuo padre, il beato Antonio Giuseppe, non ti ha lasciato abbastanza da vivere? Dieci mila scudi, ti ha lasciato, oltre la casa e la chiesa: e tu non li hai seppelliti sotto l’altare, no, ma da brava ragazza li hai messi a frutto nella banca. E hai fatto bene.

Concezione arrossì: poiché Aroldo ignorava ch’ella avesse questo capitale, come del resto lo ignoravano quasi tutti quelli del paese.

— Non è vero niente, — mentì; — io non possedevo che pochi soldi; e li ho spesi adesso, per l’operazione e il resto.

Senza muoversi, senza più sollevare un dito, con le mani ferme una sull’altra sul bastone che aveva messo traverso sulle ginocchia, egli ribatté:

— Come, non è vero niente? Lo vieni a raccontare a me? Hai una bella faccia tosta, fiore mio. Tuo padre, il beato Antonio Giuseppe, mio compare di battesimo, poiché fu lui a far da padrino ai miei quattro nipoti, possedeva terreni, boschi e bestiame: quando si sentì ammalare mi disse: bisogna che venda tutto, e collochi a frutto i denari, poiché quelle povere donne non hanno nessuno che