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tutto in viso e negli occhi, giudicò non essere necessario onorarlo di una risposta: la sua attenzione era sempre più fissa a Concezione, della quale aveva ben notato il profondo mutamento: eppure quel viso quasi di argento brunito, quegli occhi una volta scuri e lucenti come l’onice, adesso sbiaditi e velati di tristezza, e tutta la persona svuotata di lei, invece di pietà gli destavano un senso d’irrisione.
Ma solo dopo aver pensato bene all’effetto che le sue parole potevano provocare, domandò freddamente:
— Che hai fatto Maria Concezione? Ti sei rinsecchita: sei come un albero che ha perduto le foglie.
— L’autunno viene per tutti: per voi è già inverno, — ella rispose; poi assunse un tono grave, e Aroldo capì che ella, più che per il vecchio, parlava per lui. — Sono stata all’ospedale, perché avevo un male grave al naso: mi hanno cavato molto sangue, ho molto sofferto, e ancora non sto bene.
— La tua voce però è chiara, — osservò il visitatore, non senza malizia. — Un mio amico, che aveva un verme nel naso, ha aspettato che venisse fuori da sé; ma è rimasto senza voce. E tu hai fatto male ad andare da quegli imbroglioni di dottori. Se stavi a casa