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soggiunse in fretta; e col bastone grattò la schiena del gatto, che gli si era subito avvicinato: cosa che ingelosì puerilmente Aroldo, e lo indispose ancor più contro il rosso visitatore, poiché la bestia non si lasciava mai accarezzare volentieri da lui. Con voce forte pronunziò intero il suo nome:

— Aroldo Aroldi; — ma già l’altro pareva non badasse più a lui, concentrando tutta la sua attenzione sulla padrona giovane che, a sua volta, lo fissava con una certa ironica sfida, invitandolo ad avvicinarsi:

— Su, venite qui con noi: berrete un bicchiere d’acqua, se non volete altro.

Egli sollevò la mano destra, con l’indice uncinato, in modo che l’ombra si disegnò sulla parete come la testa di un uccello di rapina; e fece un cenno di minaccia; ma Concezione non aveva davvero paura, anzi, si mise a ridere, e i suoi denti bianchi, nel viso che pur rimaneva duro, apparvero ad Aroldo un po’ crudeli.

La madre spiegò:

— Il nostro compare Felice non ama il caffè: e neppure la carne di porco, — aggiunse, toccando il piatto con gli avanzi dell’arrosto. Per rinforzare l’affermazione di lei, il vecchio si volse verso il muro e sputò, mentre un co-