Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/29


— 23 —

lora la vecchia, che per antica saggezza sapeva come una sola parola possa a volte influire sul destino altrui, pensò che non doveva intervenire coi suoi consigli: anzi si alzò, con la scusa di andare a prendere qualche cosa nella camera, e lasciò soli i due giovani.

Lentamente, Aroldo tese la mano e la mise su quella di Concezione; ed ella non la ritirò, ma nascose con durezza la commozione ardente che quel contatto le dava.

Egli disse, sottovoce:

— Ricordati; una sera, là nell’orto, ci siamo baciati; e tu hai promesso di sposarmi, appena le mie condizioni lo avrebbero permesso. Queste condizioni miglioreranno, certo, appena io sarò laggiù. E se ci vado, ci vado per questo. Io non ti domando di seguirmi, finché non avrò anch’io tenuto la promessa; ma tu devi promettermi di aspettarmi. Due anni, solo due anni di tempo...

Ella sorride: quel sorriso triste e stanco, e tuttavia ironico, che lascia scoperti i suoi denti fino alle gengive un po’ scolorite; ritira la mano che sguscia quasi felina da quella di lui, e risponde a voce alta, poiché nulla ha più da nascondere:

— Fra due anni sarò vecchia: lo sono già, anzi; vecchia e malata. Non sono più buona a niente; e tu sei giovane, Aroldo; tu hai bi-