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mi guardavi nel sogno; sono certo che la luce dei miei occhi ti farà guarire.

Ella sorrise, col suo sorriso bianco e triste.

— Sono fisime del dottore, Aroldo: egli racconta bene le sue fole. Ma la vita non è una fola.

— Eppure, — disse Aroldo, imitando il sorriso di lei, — se il nonno Giordano pensasse che noi due siamo qui, seduti al suo focolare, crederebbe anche lui di sognare.

— E correrebbe giù con un bastone, per mandarci via a furia di botte. Meglio dunque andarcene presto di nostra buona volontà. Prima io, poi tu. Ma insisto prima nel desiderio comune: devi andare lontano: anche Serafino è disposto a provvedere al tuo viaggio, finché non hai trovato lavoro.

Egli volse il viso verso di lei: ed era un viso livido e duro, che ella non gli aveva mai veduto.

— Ecco che tu mi offendi, Concezione; tutti, mi offendete. Ed è giusto, perdio: ho fatto quello che solo gli uomini vili possono fare. Ma forse ho fatto anche bene: il mio sangue si è cambiato. Il dottore dice che qui da voi i bambini, e anche qualche adulto, mordono il fegato ancora caldo e fumante della bestia appena squartata, per diventare coraggiosi. E mi ha nutrito di fegato crudo e