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un’altra; e per quest’altra solamente ha commesso tante pazzie.

— Ma neppure io posso sposarlo.

— Io non ti dico di sposarlo: ti dico di farlo partire. Tu sola puoi rianimare il suo coraggio, salvarlo dalla disperazione.

Ella si torceva le mani, disperata più di Aroldo: infine si decise, poiché bisognava pur finirla e bere fino in fondo il calice amaro.

— Gli dirò tutto: gli dirò che un male terribile mi separa da lui e da tutto il resto del mondo.

— I mali e i beni stanno in mano di Dio, — riprese Serafino; ma adesso la voce si era abbassata, come una fiamma che si spegne. — Anche io ho un male terribile, eppure sono contento, poiché è una prova che Dio ha voluto mandarmi sulla terra. Adesso sto per entrare nel suo Regno, e sono contento. Così sarà di te, se farai il tuo dovere, se spargerai il bene intorno a te. Adesso si tratta di salvare un’anima. Va.

Ella si alzò: la sua ombra coprì il letto, attraverso il corpo di Serafino: ed egli sollevò le braccia, le abbandonò sull’ombra e parve accarezzarla.

— Sono proprio contento, — sussurrò; e chiuse gli occhi; adesso che aveva compiuto l’ultima opera buona, aveva l’impressione di