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Ci sarebbe stato da ridere, se Concezione avesse almeno avuto chi difenderla: ma si sentiva sola, smarrita, in preda a una fatalità davvero diabolica.

Non c’era che da nascondersi: e il passaggio sotterraneo sarebbe stato adesso molto utile per lei. Spinta da una specie di mania, nonostante le assicurazioni e i conforti della madre, sgattaiolò fuori dell’orto e andò verso il sentiero della montagna, dirigendosi al punto dove Aroldo era scomparso. Quasi l’istinto morboso dei delinquenti che tornano sul luogo del loro delitto, la guidava.

L’erba rinasceva fitta, quasi nera, all’ombra delle rocce, e anche il muschio, su di queste, prendeva il colore delle vegetazioni invernali, di un verde bruno giallognolo: ed era alto, denso, come se le pietre si rivestissero di pelo più fitto per resistere al freddo.

Il sole era tiepido, ma l’aria fredda, d’una rigidità cristallina: i corvi avevano fatto la prima comparsa, annunziando col loro gracchiare non solo la cattiva stagione ma qualche cosa d’indicibilmente triste: pareva venissero dalle terre ove il gelo è perenne, le notti eterne, e portassero con loro, spandendola come un seme di morte, una funebre disperazione. E anche su, in certe forre dei monti, nonostante la giornata chiara, fumava