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un po’ di corte; ma io non badavo a lui. Né a lui né ad altri.
Subito si pentì di questa inutile aggiunta, tanto più che il brigadiere aggrottava le foltissime sopracciglia, e sebbene non gli riuscisse a perfezione, fingeva di essere torvo, sicuro del fatto suo. Nel guardare Concezione non gli passava neppure per la mente che ella fosse colpevole o almeno responsabile della scomparsa di Aroldo; ma qualche cosa a proposito ella pur doveva sapere e bisognava a tutti i costi farla parlare: per il prestigio dell’arma benemerita.
Fu lui che cominciò a dire qualche piccola inesattezza:
— Informazioni precise ci dicono il contrario di quello che lei afferma. E cioè che il signor Aroldi ha sempre frequentato questi dintorni; che veniva qui anche di sera, e che lei...
— Non è vero! Gl’informatori sono per lo più gente poco scrupolosa, interessata a fare pettegolezzi.
— Mi faccia qualche nome.
— No, io nomi non gliene faccio: lei li conosce meglio di me.
— Signorina! — egli esclama severo, per richiamarla all’ordine e al rispetto che gli erano dovuti; ma Concezione aveva già capito