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D’impeto, Concezione protestò:
— Che ne sappiamo noi?
La madre, invece, col cuore, sì, turbato, ma forte della sua coscienza pulita, domandò:
— È permesso sapere il perché?
— Da sei giorni il giovinotto è scomparso; e l’ultima volta fu visto dirigersi da queste parti.
— È vero, — risponde risoluta la madre, — lo abbiamo veduto anche noi, sei giorni fa, seduto su un masso qui sopra la strada del monte. Era ubbriaco. Io andai a dirgli che non stava bene in quel posto, che poteva addormentarsi e farsi rubare il portafoglio. Egli mi rispose male: tuttavia lo aiutai a scendere e sdraiarsi all’ombra: dopo non l’abbiamo più veduto, né saputo nulla di lui.
Concezione taceva: tuttavia era verso di lei che l’uomo della legge guardava, e con una strana melodia gutturale nella voce calma, riprese:
— Che egli, il giovinotto, aveva da molto tempo fatto la vostra conoscenza? E per quale ragione?
Concezione rispose trucemente:
— Io lavoro in biancheria da uomo, e tutti gli scapoli del paese, quelli che non hanno famiglia specialmente, ricorrono a me: mi