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Cirillo martire, e poiché Serafino, occupato nelle funzioni della Cattedrale, non poteva venire alla chiesetta, Giustina avrebbe voluto recarsi in paese a sentire la messa. A dire la verità, era curiosa anche di vedere come andavano le cose laggiù; a dare un’occhiata ai banchi dei rivenditori, alla folla dei forestieri, all’albero di cuccagna con in cima, dondolanti, appesi ad un cerchio di legno, i frutti favolosi dei formaggi, dei salami, dei pacchetti e della borsa piena di quattrini, premio al vincitore della scalata.

Con la stessa piacevole ansia con la quale ella si recava alla festa mezzo secolo avanti, si vestì accuratamente, si mise lo scialle buono da vedova, e uscì quasi andasse a un appuntamento furtivo, chiudendo dentro casa Concezione e il gatto. E la dormiente sentì subito di esser sola, con un misterioso senso di paura e d’angoscia; balzò dal letto, si vestì, pronta a difendersi da qualche pericolo. Ma se c’era un giorno di quiete inalterabile, era proprio quello. Solo, una nuvola che pareva un cuscino di raso bianco, si appoggiava con dolce pigrizia alla cima più alta del monte: più tardi, mentre i rintocchi delle campane arrivavano dal paese, smorzati dall’afa della giornata caldissima, la nuvola si mosse, si allargò, si lacerò come un sacco dal