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pare Francesco Marcello, quello che ha comprato i terreni del tuo beato marito, e adesso ha intenzione di rivenderli perché vuol fabbricare un palazzo per i suoi nipoti che studiano da avvocati e dottori. Io credo, veramente, che egli voglia vendere perché questi ragazzi, orfani anch’essi come i miei, ma di ben altro sangue, si stanno a rosicchiare il patrimonio; questo a noi non importa: importa che se tu, Giustina, e tu, Maria Concezione, non volete riscattare i terreni, come era volontà del beato morto, ho intenzione di comprarli io.
— Sì — pensò Concezione, — coi miei denari. Stai fresco, vecchione.
L’ospite, seduta a gambe larghe e con la tazzina fra tutte e due le mani, adesso, sì, prestava attenzione alle parole di lui e i suoi occhi scintillavano come perle nere: però si rivolgeva sempre a Giustina, e misurava anche il suono delle sue parole.
— Come, come? Vostro marito aveva stabilito questa sua volontà?
— Ma lasciate dire il vecchio: ha proprio voglia di scherzare: oggi è festa, e l’acquavite già scorre a rivoli nell’osteria del paese.
Un colpo di bastone del vecchio fece tremare il pavimento e scappare il gatto: ma egli non insisté per non sembrare maleducato, ed