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Non potevano, lì per lì, mostrare la loro bravura; Pietro però, esaltato dalle sue vanterie, osava guardare con occhi di maschio, e di maschio che se ne intende, la persona di Concezione; e l’altro, accorgendosene, mentre lui aveva quasi paura di fissare gli occhi sul petto di lei, cominciava ad essere geloso; così, solo per spirito di emulazione: e venutagli l’improvvisa idea di giocare col fratello una partita pugilistica, come spesso facevano per esercitarsi fraternamente, gli diede un pugno sotto il gomito.

Sollevò il braccio con dolore, mordendosi le labbra, Pietro lo spiritoso; e avrebbe immediatamente restituito il complimento manesco se il nonno, a sua volta, non avesse sollevato il bastone con un vero ringhio di orso.

— Ma vi credete all’ovile, asini che altro non siete? Smettila, Paolo; e fate e dite cose meno stupide.

— Ebbene, cantiamo una canzone, quella che dice: «Sono andato alla festa di santa Gasta; quella che viene in primavera». — L’avrebbero cantata, se un nuovo avvenimento non avesse smorzato il loro ardore e la loro incipiente rivalità, spingendoli anzi a stringersi l’uno contro l’altro come per difendersi da un comune pericolo.

E tutto fu movimento, novità, chiasso e vita