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ramente voleva: il pensiero del suo avvenire oscuro non l’abbandonava; e la sua attesa era un po’ fatta di superstizioso fatalismo. Ecco, bisognava affidarsi a Dio; e non sentiva rancore contro quell’altra; se Aroldo l’avrebbe preferita a lei era segno che così Dio voleva: dopo tutto era sua sorella; e forse stava appunto nella volontà divina che la figlia legittima dovesse in qualche modo scontare il peccato del padre. In fondo sentiva di non essere gelosa, perché sicura dell’amore di Aroldo: egli sarebbe tornato, e bastava un cenno di lei per riaverlo: qualche volta, però, quando era sola in casa e le ore passavano lente, si muoveva dalla panchina e andava fino al muretto dell’orto. Tutta la valle era già piena di vita e di vaghi odori di vegetazione, si vedeva l’acqua del torrente scivolare di pietra in pietra come una biscia d’argento verdastro, e il canto del fringuello ne accompagnava la voce: anche i monti si rivestivano, ma senza fretta; anzi le querce lasciavano cadere le vecchie foglie color rame come bruciate dalla fiamma gelida dell’inverno, e nello stesso tempo mostravano i nuovi germogli, di un verde perlato. Concezione sollevava gli occhi all’azzurro sopra le cime: e pensava a quell’altro azzurro.
Anche nell’orto tutto era fresco e fervido: