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— Sai che cosa hai, Maria Concezione? Hai bisogno urgente di marito.

Ella rise, ritirò la mano che egli le palpava con le dita nervose.

— E dove lo trovo, il marito?

— Birbante, figlia di birbanti! Dove lo trovi? Dovunque si posino i tuoi occhi di sirena. E se vuoi, te ne mando uno io, fra un’ora al massimo, a spron battuto.

— Non si disturbi, dottore: e, intanto, prendiamo il caffè, alla salute del futuro sposo.

L’uomo non accettava mai niente, per timore che volessero fargli l’elemosina; ma tanta grazia era nei modi di Concezione che accettò non solo una grande tazza di caffè, ma anche i biscotti ch’ella gli offriva. Giustina, poi, disse:

— Un tempo, dottore, io usavo mandarle il regalo di Pasqua, si ricorda? Mio marito aveva tanta amicizia per lei; e fu lei a curarlo. Dopo, i tempi sono diventati duri, per noi donne sole; ed io ho trascurato i miei doveri. Ma adesso pare che vada meglio: mi permette dunque, poiché io non posso più fare il viaggio fino a casa sua, e questa ragazza selvatica non esce mai dalla sua tana, mi permette di farle un regaluccio? Roba da poveri: ma lei accetterà la buona intenzione.

— Niente, niente, — egli tornò a protesta-