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E quasi si sentisse già forte della protezione di lui riprese il bambino e s’avviò coi suoi lunghi passi di cammello. Fece un largo giro per evitare d’incontrare il salinaro, finchè arrivò alla spiaggia battuta già dal vento d’autunno e quindi disabitata. La casa del podestà era appunto vicina al mare, distaccata alquanto dal paesetto del quale apparivano già i pioppi, sul cielo cremisi, i tetti ed i comignoli fumanti.

Col bambino che piagnucolava sempre, ella infilò senz’altro il cancello aperto del giardino del podestà, andò diritta fino alla casa, e lì davanti all’atrio si fermò di botto, impalata, con un fitto dolore al cuore, come se uno spiedo scatenato a tradimento dal suolo le si conficcasse dal calcagno in su: poichè fra le colonne del portico, illuminate dal chiarore ultimo del giorno, stavano a confabulare tre figure: quella rosea e benigna del podestà, quella nera del pretaccio del cimitero e quella gialla del salinaro.

Nell’accorgersi della vecchia, questi balzò come un gallo infuriato.

— Sapristi, eccola qui la strega. Che siete venuta a fare?

Ella s’era subito rianimata.