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passeggiatine, e non si sa dove si va a finire. Su, porta qui le biciclette e il mio cappotto. Oh, a chi dico? Mica tante smorfie: vedi che accendono la luce nelle case accanto.

— Mamma, mamma, — mugolò la figlia, raggomitolandosi sulla soglia, — fammi entrare, per l’amore di Cristo. Io non torno indietro, no: io muoio, io mi uccido.

— Porta qui le biciclette, perdiosanto, o stanotte le buscate bene tutte e due. Non mi far staccare le mani dalla porta.

Le due voci risuonavano assieme, come in un duetto tragicomico, accompagnato dal coro della bufera.

— Mamma, per amore di Cristo...

La donna si passò una mano sul viso, come strappandosi un velo; ancora una volta rivedeva la sua piccola bambina, vestita di rosa dal fulgore di un lampo, aspersa dal lavacro del battesimo.

— Credo. Rinunzio.

E andò a prendere una dopo l’altra le biciclette e il cappotto del marito. Portò anche uno scialle, per la piccola; ma fu rifiutato. La piccola era già ben coperta dal suo scialle di pioggia e di obbedienza al destino.