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«La vita, — rincalzò con voce grossa, sebbene la moglie non fiatasse, — è come tutte le altre cose; come le bestie, come le piante, come le erbe: bisogna tenerla a freno, potarla, falciarla: o, se ti pare meglio, è come la barba, che se tu non te la radi ogni otto giorni, con fastidio, con pericolo di tagliarti, t’invade il viso e ti fa scacciare dal consorzio degli uomini civili».
*
La moglie non risponde. Da tanti anni è abituata alla rude filosofia che il marito usa mettere in pratica quotidianamente. E pensa piuttosto alla «piccola» che per lei non solamente è ancora piccola, ma è addirittura bambina, nata da pochi giorni, ancora muta, cieca, informe, eppure già bella, sensibile, vibrante di vita.
Le pare sia il giorno del battesimo: la comare tiene tra le braccia la neonata, vestita di rosa, e il prete pronunzia le parole solenni.
— Credo. Rinunzio.
— Credo. Rinunzio, — rispondono in coro gli astanti.
Solo lei, la piccolina, non risponde; anzi, agita i pugni con una forza che fa sorridere la madre; e smorfie di protesta, di noia, di disgusto le smuovono il visino come se un sogno tempestoso le agiti l’anima ancora addormentata.