Pagina:Deledda - La casa del poeta, 1930.djvu/78


— 72 —

giante sotto le coltri di piuma. Era una voce cattiva, anzi beatamente crudele.

— Pensa, Mariù, a quelli che si trovano sperduti nei campi, senza riparo, o viaggiano senza ombrello. Eh, chi poteva pensare, oggi, con quel cielo sereno, che sarebbe venuta la bufera? Meno male che il pericolo della grandine oramai è passato. Piove che Dio la manda. Era tempo.

La moglie pregava, ringraziando Dio della sua bontà. L’uomo rise, come in sogno.

— Eh, sì, c’è della gente che viaggia, con questo tempaccio. E noi siamo qui al riparo, nel nostro buon letto, con tutte le cose intorno in ordine, le bestie ben governate, il campo che si ristora. Non possiamo lamentarci. Mio padre diceva: «Quando la va male la vada sempre così».

— Così sia — rispose sottovoce la donna.

— Anche per la nostra piccola sono contento. Che si poteva desiderare di più? Un buon matrimonio, con un galantuomo ricco e gagliardo; e sopra tutto vivere a una certa distanza. Quando si è troppo vicini non mancano gli attriti, i dissapori, i malintesi: così, loro due vivono lì, a otto chilometri di distanza, e noi viviamo qui: ci si vede tutte le feste, e sono veramente feste per tutti. Lo so, tu avresti desiderato tenerti la piccola attaccata alle gonne vita natural durante; e con essa anche lo sposo: ma voi donne vedete tutto facile, tutto semplice, mentre la vita è una cosa difficile.