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era da parte sua. La sua casa era stata messa all’asta, i suoi mobili venduti: egli si morsicava le mani per la rabbia, per il dolore dell’ingiustizia, e il suo sangue si era placato solo nel veder scorrere quello del suo persecutore.
Diventato assassino, l’autorità giudiziaria non lo aveva punito, neppure ricercato: quindi gli era rimasto un senso quasi ironico, se non cinico, della libertà che ha l’uomo di farsi giustizia da sè.
Una sera, nei primi tempi di miseria e di avvilimento, ubbriaco di vino e di amarezza, aveva parlato di questa sua convinzione ad un amico che si lamentava con lui di essere a sua volta perseguitato e minacciato di rovina e di morte da un suo avversario.
— Toglilo di mezzo: non c’è altro.
Ma l’amico era un debole, un pauroso: e lo disse, aggiungendo però che se avesse trovato qualcuno disposto ad aiutarlo non gli sarebbe dispiaciuto.
L’ubbriaco domandò:
— Quanto offri?
E si guardarono negli occhi come devono guardarsi i demoni.