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— Turbolenze della sua età — diceva il padre, puntandosi l’indice sulla fronte. — Mi viene un’idea, moglie mia. Facciamo venire in casa, come servente, qualche bella ragazzina: quando se la troverà accanto vedrai che si placherà: e se qualche conseguenza ne avviene, il rimedio si troverà.

La moglie non approvava: in fondo al cuore ella preferiva Aprile irrequieto ma suo, piuttosto che sedotto da una servente qualunque. Ma poichè il marito le assicurava che avrebbe portato in casa una fanciulla di buona razza, accondiscese.

Venne la sedicenne Guendalina del boscaiuolo, che odorava di funghi, alta anche lei, con due lunghe trecce nere che, quando ella si piegava sui fornelli, ci andavano dentro e prendevano fuoco. Era ancora stordita e un po’ stecchita, è vero, con gli occhi azzurri vuoti; ma appunto per la sua innocenza piacque alla madre di Aprile. Accadde però come quando si era tentato di dare una compagna al corvo addomesticato che tenevano in casa: invece di accogliere con amore la femmina, l’uccellaccio l’aveva uccisa a beccate.

Aprile, rientrato dalle sue scorribande, guardò la fanciulla come una nemica mortale: non po-