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e si irritava per ogni piccola contrarietà. La madre era la sua vittima rassegnata e dolente.
Al padre dispiaceva sopratutto che Aprile disertasse il lavoro e che nell’orto, non più irrigato, gli erbaggi ingiallissero e si seccassero: però si spiegava l’umore del giovine e tentava di spiegarlo alla moglie.
— In questa stagione tutte le creature hanno bisogno d’amore. È tempo di cercare una sposa per il nostro Aprile.
Cercavano, enumerando ad una ad una tutte le fanciulle di loro conoscenza. Ma, secondo la madre, nessuna era adatta per il figliuolo: chi aveva un difetto, chi l’altro; chi era troppo povera e di cattivo lignaggio, chi troppo ricca o pericolosamente bella. Del resto, quando davanti al giovine bisbetico si parlava di queste presumibili spose, egli le scherniva, le disprezzava e le rifiutava tutte. Questo era un conforto strano per la madre; perchè in fondo ella era gelosa della donna che gli avrebbe portato via il figlio.
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Tuttavia Aprile era innamorato: crudamente, mortalmente innamorato. Di tutte e di nessuna.
Quella seconda domenica del mese che portava il suo nome, aveva veduto in chiesa, per la prima