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E furono giorni di pena indicibile: poichè le notizie della malata erano gravi, e nonostante le visite in automobile del professore di Parma, il tumore maligno si allargava e si sprofondava mortalmente.

Il gobbo andò in chiesa, e piegato nell’ombra come un demonio deforme schiacciato dall’angelo risplendente, ritrovò preghiere sublimi.

— Signore, tu mi avevi dato un povero corpo ma un’anima ricca; e tutto io ho capovolto in un momento. Io volevo conservare l’anima mia nel mio corpo come l’olio puro d’oliva nell’orcio gobbo, per ripresentarla a te tutta luce e tutta fiamma. Perchè mi hai abbandonato, Signore? Che posso io offrire adesso in sacrificio perchè il mio veleno di serpe sparisca dalle vene della mia vittima?

Si piegò fino a terra, baciò il pavimento polveroso; e quando si sollevò gli parve di aver finalmente ritrovato l’amante che il Signore gli negava su questo mondo.

La sera stessa Rachele fu giudicata fuori pericolo. L’ascesso s’era crepato; la febbre, durante la notte, diminuì, e all’alba scomparve coi sogni maligni degli uomini fuori delle vie del Signore.