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di arrampicarvisi per vedere nell’interno delle camere; poi se ne tornava via triste e avvilito. No, la cosa che egli sperava di rubare, era il perdono di lei; e la cosa che egli aveva perduto per sempre, la pace del suo cuore e della sua coscienza, non si trovava più a cercarla in tutta la terra.
Un giorno si fece coraggio e domandò alla contadina dove si trovava la signorina Rachele.
— È malata.
— Che ha?
— Mah, l’è un affare strano, che neppure il dottore lo indovina. Bisognerà forse chiamare il professore di Parma.
Alle insistenze trepidanti di lui spiegò meglio l’affare strano.
— È un male in bocca: al labbro inferiore le è venuto un tumore, come l’abbia punta una mosca maligna. Se è il carbonchio, addio.
— Da quando è stato?
— Da martedì, dopo che tu hai portato la posta.
Egli andò via stordito. Altro che il manganello del pretendente: era quello del buon Dio che picchiava sodo sulla sua gobba perversa.